Da piccola mi piaceva fare quel gioco in cui con una matita si collegano i vari puntini e alla fine si manifesta una figura.
So collegare i puntini e rendere manifesto qualcosa che prima non si vede. Le persone, i concetti, le parole. E questo fa sempre bene a qualcuno o a qualcosa.
Da quando a 7 anni ho iniziato il gioco di presentare il tg, il raccontare la realtà non mi ha mai mollata. Fare la scaletta era la parte che mi piaceva di più. E le cose non sono cambiate.
Ho cercato strumenti per affilare lo sguardo, mettere in ordine le immagini, ascoltare le parole non dette e fuggire dalle conclusioni affrettate.
Il contatto diretto con il pubblico è stato un maestro a tratti insopportabile. Quell’attimo in cui noti che i muscoli sul loro viso si distendono, per poi contrarsi di nuovo, quasi ad afferrare la decisione che hanno preso.
È quello lì, il punto di arrivo di ciò che vivi tutti i giorni nelle imprese: le riunioni, la produzione, il formarsi continuo, riorganizzare, migliorare qualcosa che sembra già funzionare, lasciar correre qualcosa che dovrebbe essere fermato all’istante, accettare che non si può.


Qualsiasi cosa mi hanno chiesto di fare, ho trovato il modo di farla. E progetto dopo progetto, ho visto tutta l’azienda, dal punto più ripido, quello più alto.
Ridurre in 20 pagine un mondo fatto di 800 persone i cui cervelli imparano a muoversi armonicamente. Tutti i mesi, per anni e per chi deve prendere decisioni, su quelle 20 pagine. Ho ascoltato tanto per scovare un vero perché a ciò che succede quando invece non succede, l’armonia.
Scegliere cosa dire, percepire fra le dita il potere e la responsabilità di farlo, mantenere il rispetto per chi legge.
Accorgersi nell’esperienza dell’altro di che cosa avrei potuto dire meglio.
E conquistare l’attenzione con le cose che servono, perché non c’è tempo di altri da perdere.
Quando una cosa mi incuriosisce di solito esagero nell’approfondire. La verità è che esagero in generale.
Mi piace ascoltare le storie degli altri, soprattutto quelle che non saprei immaginare da sola.